La
necessità di avere una compagnia è il motivo che spinge
la maggior parte delle persone ad adottare un animale.
Da ciò deriva l'instaurarsi di un legame emotivo e di un
rapporto di tipo socio-affettivo complesso, del tutto
simile a quello tra esseri umani amici e che ha profonde
radici nel tempo.
Cos'è la Pet Therapy
Il termine
anglosassone pet indica come sostantivo
l'animale domestico, come aggettivo ha il
significato di "prediletto", come verbo di
"vezzeggiare", "coccolare", "viziare". Tutti questi
etimi, in un certo senso, conducono nel nostro
immaginario ad una sensazione di piacevolezza, di
dolcezza, di rispetto reciproco. Questi fattori hanno
un'importanza determinante nella comunicazione
interpersonale e interspecifica tra essere umano e
animale.
La Pet Therapy è una pratica terapeutica che prevede
l'impiego di animali (spesso di affezione ma non solo),
come supporto per migliorare lo stato di salute di
pazienti con problemi psico-fisici.
In genere abbiamo due campi d'applicazione denominati:
1) AAA = Attività Assistite da Animali che operano per
migliorare la qualità della vita nelle quali ambito
rientrano le attività ludiche e ricreative.
2) TAA = Terapie Assistite da Animali indirizzate verso
programmi specifici che mirano al superamento del
disagio psichico e fisico.
Dal punto di vista psicologico, la presenza di un
animale migliora la vita di una persona diminuendo il
senso di solitudine e la depressione poiché agisce come
supporto sociale e dà degli imput che spingono alle
attività (quotidiane) di cura, di accudimento verso se
stessi e verso il proprio animale. Inoltre molti studi
hanno dimostrato che l'iterazione essere umano-animale
poiché fonte piacevole e rilassante di contatto,
sicurezza e tranquillità, può avere un effetto
significativo nella riduzione dello stress, dell'aumento
della pressione arteriosa e dell'ansia.
Nel nostro paese non esiste ad oggi un protocollo di
legge che regolamenti l'applicazione della PT;
nonostante ciò, esistono numerose organizzazioni che
operano in questa direzione con risultati soddisfacenti
nel campo socio-sanitario. In Italia la PT ha
ottenuto un suo dignitoso riconoscimento per la prima
volta nel 1987, in occasione di un convegno
interdisciplinare svoltosi a Milano sul tema "Il ruolo
degli animali nella società moderna" nel quale studiosi
ed esperti internazionali hanno messo a confronto le
proprie esperienze.
La storia
La PT è conosciuta
anche come Therapy Dog per il frequentissimo impiego dei
cani. Quest'ultimi sono utilizzati da molto tempo in
attività specifiche: come ausiliari (es. cani guida per
ciechi), come supporto (es. per i non udenti) o per
altre utilità come la ricerca di persone disperse, di
stupefacenti, di esplosivi.
L'utilizzo di animali per scopi "terapeutici" risale a
molti anni fa. I primi casi segnalati nella storia sono
del diciannovesimo secolo, quando in Belgio, a Gheel, fu
consentito a portatori di handicap di accudire un
animale. Questo esperimento dimostrò che tale pratica
ristabiliva l'equilibrio tra "anima" e corpo. In
Germania nel 1876 un'analoga esperienza fu realizzata in
un reparto per malati epilettici.
Il primo ad occuparsi scientificamente degli effetti
benefici dell'impiego di animali nei programmi
terapeutici fu Boris Levinson, neuropsichiatria
infantile americano nel 1953. Egli notò casualmente,
durante le sedute di terapia, il comportamento di un
bambino affetto da autismo. Il piccolo che si rifiutava
di avere un qualsiasi rapporto con lo psichiatra,
viceversa amava giocare ed interagire col simpatico
cocker del medico. Levinson da quel momento iniziò a
studiare ed impiegare gli animali da compagnia come
supporto alle sue terapie e suggerì metodiche per
selezionare ed addestrare cani per questo scopo. Egli
pensava che gli animali non avessero una funzione
terapeutica vera e propria, ma che agissero avviando e
stimolando nei bambini dei contatti sociali non
minacciosi, per cui successivamente era possibile per il
medico intraprendere il lavoro di tipo psicoterapeutico.
(Levinson B.M., 1969, "Pet-Oriented Child Psychotherapy",
Illinois, Usa)
La PT nasce ufficialmente come scienza nel 1977
negli Stati Uniti, grazie ad un gruppo di volontari che
fondano la
Delta Society e studiano gli effetti della
cooperazione canina nei disagi dell' handicap o in
alcuni stati di malattia.
Su quali
persone si utilizza la Pet Therapy
I bambini
sono i soggetti che meglio rispondono alla PT
perché la loro comunicazione è spontanea e basata su uno
scambio di tipo emotivo-affettivo. Si è visto che coloro
che mostrano problemi di apprendimento riescono, grazie
all'interazione animale, ad acquisire autostima e
fiducia in stessi. La PT viene praticata nelle
scuole, nelle comunità di recupero per portatori di
handicap fisici e/o psichici, nelle carceri e all'estero
anche negli ospedali e nelle case di cura.
Buoni risultati si sono ottenuti grazie alla PT
anche nell'inserimento dei bambini all'interno di un
nucleo familiare adottivo. Inoltre, rispetto ai rapporti
con i propri coetanei, coloro che possiedono animali
godono di una maggiore stima e considerazione, poiché
l'animale tra i bambini suscita ammirazione, curiosità,
interesse, facilitando, oltre che il contatto sociale,
tutti quegli insegnamenti che non fanno parte del
normale apprendimento.
Inoltre la PT è di ausilio per quegli gli anziani
che soffrono la depressione e la solitudine spesso
legate alla perdita del coniuge.
Campi di applicazione della Pet
Therapy
L'autismo, i disturbi
comportamentali, le sindromi depressive e le disabilità,
sono le patologie in cui ci si avvale dell'azione
co-terapeuta animale. In Italia il campo dove
maggiormente si applica la PT è quello
psicologico o psichiatrico. Il rapporto che si
stabilisce tra persona ed animale aiuta tutti coloro che
per motivi anche di handicap fisico tendono a confinarsi
nell'isolamento. Oppure chi, come ad esempio l'anziano,
vive le frustrazioni di uno svuotamento del proprio
ruolo sociale.
La relazione tra essere umano ed animale può colmare i
disagi interiori e riequilibrare lo stato psichico
affetto dalla solitudine e dalla depressione.
Le
figure professionali nella Pet
Therapy
Attenzione
la PT non significa che la semplice presenza di
un animale determini la risoluzione dei problemi. E'
necessario un intervento coordinato di professionisti
quali: psicologi, medici, psichiatri, pedagogisti,
fisioterapisti, esperti di handicap, veterinari,
educatori cinofili.
Gli
effetti psicologici della Pet
Therapy
Un elemento fondamentale
del rapporto uomo/donna-animale, è dato dal contatto
fisico. La sensazione tattile conduce alla coscienza
della propria corporalità e alla formulazione di
un'identità' personale e psicologica. Sappiamo che la
mancanza (o la carenza) di stimoli corporei
nell'infanzia è uno dei fattori responsabili di ritardo
fisico e psichico, dell'autismo, delle sindromi di
deprivazione e delle difficoltà relazionali. La PT
induce:
La socializzazione
La comunicazione fra l'animale e la persona si realizza
con gesti, sguardi e contatti. Questo tipo di rapporto
basato sulla naturalezza e la spontaneità, a volte
difficili nelle convivenze tra esseri umani, determina
una sorta di tranquillità e di sicurezza riducendo in
questo modo uno stato ansiogeno. Inoltre l'assenza di
atteggiamento competitivo o minaccioso nel proprio
animale, ha effetti di contenimento delle angosce e
delle apprensioni.
Il gioco
Il cane è naturalmente l'animale più spesso impiegato
perché in grado di favorire l'attività ludica e quindi
il piacere ed il buon umore. Anche nel caso di
disabilità motoria, l'esercizio fisico del gioco con la
palla o la semplice spazzolatura del mantello
dell'animale risultano più efficaci degli esercizi
fisici imposti dalla terapia riabilitativa. Ma anche
coccolare ed accarezzare un gatto induce, attraverso le
sue fusa e la consistenza del suo pelo, sensazioni di
gradevolezza specie per i bambini non vedenti, riducendo
l'ansia legata al disagio.
La responsabilizzazione
Accudire un animale richiede delle attenzioni ed obbliga
a svolgere delle mansioni che possono essere importanti
per la crescita e lo sviluppo in ambito adolescenziale.
Gli
effetti fisici della Pet Therapy
I
proprietari dei cani praticano un regolare e frequente
movimento per assicurare adeguate passeggiate ai propri
animali; quest'obbligo quotidiano riduce tutti gli
effetti negativi legati alla vita sedentaria come per
esempio i problemi cardio-circolatori. Per lo stesso
motivo l'adozione di un cane, è ritenuta valida nel
recupero funzionale e fisico degli infartuati. Inoltre è
stato dimostrato che l'atteggiamento di tranquillità, di
fedeltà e di sicurezza del proprio animale tiene bassi i
valori della pressione arteriosa e di conseguenza i
pericoli legati all'ipertensione.
Nel campo degli handicap fisici l'ippoterapia ha dato
dei risultati davvero sorprendenti.
La
scelta degli animali
Gli
animali hanno un'intelligenza di tipo emozionale ed è
proprio su questo aspetto che si fondano i successi
della PT. Da sottolineare che l'animale in sé non
ha una funzione "terapeutica" ma è il rapporto che si
stabilisce tra lui e il soggetto umano. Questo è un
aspetto di vitale importanza e deve essere valutato
insieme alle esigenze e alla conoscenza delle
problematiche individuali profonde. I cani figurano come
ottimi soggetti nei pazienti con patologie di tipo
cronico o con forme depressive, per la capacità di
stimolare l'attività motoria e di indurre il gioco. I
gatti, poiché si adattano bene alla vita d'appartamento,
possono essere utili per quelle persone come gli anziani
o i disabili costretti a trascorrere molte ore in casa.
Il cavallo, in casi più limitati per ovvi motivi legati
alla mole, si è dimostrato utile per il recupero della
disabilità motoria.
Il
carattere degli animali
Deve
essere scelto in base al temperamento e all'attitudine.
Deve essere un soggetto con una scarsa reattività in
presenza di altri animali o di persone, avere una indole
pacifica, una buona capacità di memoria e di
apprendimento. L'animale deve "operare" in condizioni
igienico sanitarie ottimali ed il veterinario deve
vigilare sul suo stato di salute con scadenze periodiche
mensili. Oltre che garantire l'aspetto sanitario, il
veterinario dovrà valutare se intervengono modifiche nel
comportamento dell'animale o se fattori stressanti,
determinano un cambiamento del suo comportamento.
Dobbiamo tenere sempre presente che l'animale impiegato
in questa attività, subisce degli stimoli stressanti
provenienti sia dall'ambiente esterno che dal tipo di
lavoro, di conseguenza l'occhio attento del veterinario
saprà cogliere tutti quei segnali di "disagio" che il
soggetto può mostrare in maniera indiretta
(inquietudine, leccamenti ossessivi di parti del suo
corpo, etc.)
Oltre al cane, al gatto e al cavallo in letteratura
vengono riportati casi d'impiego di delfini, piccoli
roditori, animali da cortile, caprette.
Il
successo degli animali in
famiglia
Oggi
indicativamente in Europa ci sono 310 milioni di animali
con una popolazione di circa 341 milioni di abitanti,
per cui secondo le leggi statistiche esiste quasi un
animale per ogni abitante del vecchi continente.
Parlare col proprio animale, giocare, interagire,
imparare, insegnare ecco ciò che tutti i possessori di
qualsiasi tipo di animale fanno quotidianamente.
Utilizzare una forma di "meta-comunicazione" rappresenta
il sistema più semplice e diffuso per entrare una
relazione interattiva estremamente ricca e complessa. Il
"dialogo" col proprio animale non presuppone il rispetto
di regole sociali o la presenza delle tensioni di un
confronto di tipo competitivo. Nutrire ed accudire è il
primo passo per stabilire un rapporto di fiducia ed è
con il cibo che avviene uno scambio di informazioni e di
emozioni che determinano un rapporto uomo/donna-animale
di tipo dinamico. Nel 1975 Mugford e Mc Comisky
attribuirono a questa relazione la funzione di
"lubrificante sociale" in quanto legata ai meccanismi di
scoperta della novità, di stimolo dell'interesse, della
comunicazione sociale e del contatto. |